Origine: АrсhDаilу
Padiglione Arginvecchio / Grazzini Tonazzini + Giorgia Colombo Architetto
Descrizione testuale fornita dagli architetti. Un progetto su piccola scala, se ben concepito, ha il potere di produrre impatti più ampi ed è in grado di risvegliare l’interesse delle persone e migliorare la comprensione di un dato contesto. L’installazione Arginvecchio allestisce un padiglione espositivo temporaneo, un oggetto effimero che esplora il ruolo poetico dell’architettura. Il progetto è un recinto che ospita una piccola capanna rurale abbandonata, testimonianza, nella sua semplicità, dell’autenticità e del valore archetipico degli edifici minori.
Il padiglione è costituito da tessuti non tessuti traslucidi che discendono da materiali agricoli locali. Il campo interiore è come uno spazio neutro di consapevolezza il cui unico accesso porta alla scoperta di un nuovo microcosmo. Questo luogo si contrappone all’ambiente esterno, spesso ingombro di costruzioni estranee al tradizionale paesaggio agricolo.
Il progetto risponde con un disegno semplice ed essenziale alla mancanza di una solida teoria architettonica del contesto, dove si è persa tutta la conoscenza delle tecniche costruttive legate al territorio. Partendo da un oggetto dimenticato, il padiglione svela la rovina e ne amplifica il valore per essere ricordato dai visitatori.
Lo stesso rigore guida il nostro modo di fare architettura, attento alle tracce del passato e alle caratteristiche di ogni luogo. Questa ricerca, sia formale che teorica, trascende le mode ed esplora quei valori che rendono un edificio senza tempo. I modelli dei progetti esposti nel padiglione, insieme a tre opere d’arte, sono espressione di questa ricerca e circondano la rovina instaurando con essa un dialogo creativo. L’arte diventa il mezzo per riflettere sull’esistente, creare occasioni di incontro e offrire una visione per il futuro.
Origine: АrсhDаilу