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Biennale di Architettura di Tallinn 2022: Commestibile; Oppure, L’architettura del metabolismo

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Quando consideriamo qualcosa di commestibile, comprendiamo la sua capacità di essere mangiato, consumato o ingerito indipendentemente dal suo gusto. Se il nostro rapporto contemporaneo con l’ambiente costruito riflettesse questo processo, cosa diventerebbero le città e gli ambienti costruiti?

Durante la pandemia di COVID-19, la questione “da dove viene il nostro cibo” è diventata estremamente importante. La fragilità dei nostri processi produttivi e le reti di mobilità che trasportano merci e cibo, sollecitano nuove forme di localizzazione e la progettazione di economie circolari. EDIBLE si avvicina al cibo sia letteralmente che metaforicamente.

Da un lato, attraverso il cibo esploriamo strategie architettoniche di produzione locale e autosufficienza, come l’agricoltura urbana e le energie rinnovabili. Dall’altro, analizziamo i sottoprodotti della vita urbana, vale a dire bestiame, agricoltura e residui forestali come risorse; in modi che limitino la perdita materiale ed esplorino percorsi alternativi. Gli intrecci materiali ed esistenziali tra architettura e cibo affiorano a diverse scale: dall’intestino dei nostri corpi all’ecologia dei territori e alla tecnologia dei sistemi costruttivi. Uniscono la fattoria, la città, la disuguaglianza ambientale e lo stomaco.

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Attualmente, il sistema alimentare globale, dalla crescita eccessiva di polli all’intera industria agroalimentare, è il secondo produttore mondiale di gas serra. Poiché il bisogno di cibo continua a crescere in risposta alla crescente urbanizzazione, cresce anche l’alienazione tra le persone e le loro fonti di approvvigionamento. Continuiamo a produrre e consumare i nostri edibili rafforzando la dipendenza dal carbonio, spesso inconsapevoli dei legami tra l’approvvigionamento, la produzione e la distribuzione del cibo e il modo in cui lo consumiamo. Per molti versi siamo estranei al viaggio del commestibile che arriva alla nostra tavola.

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Immaginare un’architettura che produce risorse, digerisce i suoi rifiuti e si decompone mette in discussione radicalmente la natura estrattiva, consumistica e contaminante dell’ambiente costruito. Oggi, nel contesto di crisi globali interconnesse, ovvero l’emergenza climatica, la crisi sanitaria e la disuguaglianza sociale, l’idea di un mondo in cui le risorse vengono riciclate è vitale per l’abitabilità del pianeta. Tuttavia, questa domanda deve essere affrontata come un problema di progettazione creativa multidimensionale che rifletta le qualità estetiche e culturali degli spazi come ambienti produttivi nel loro intero ciclo di vita: dal momento dell’estrazione al momento della demolizione. Come può l’architettura produrre cibo ed essere mangiata? L’obiettivo della Biennale di architettura di Tallinn 2022 non è solo quello di mostrare la strumentalità tecnologica, ma anche di rivelare come l’architettura costruisce, distribuisce e sfrutta il potere attraverso l’upcycling dei materiali, le alleanze interspecie, la biopolitica e i processi escrementali.

In questa luce EDIBLE esorta architetti, progettisti e progettisti ambientali a reimmaginare i sistemi alimentari planetari, insieme alla capacità espressiva dell’architettura di metabolizzare, digerire e generare risorse. Come possiamo ridefinire le pratiche tradizionali su cui i sistemi alimentari globali hanno operato negli ultimi decenni e sollecitare nuove forme di localizzazione e produzione? Come possiamo esplorare percorsi alternativi tra produzione e consumo? Come potremmo promuovere processi ed economie circolari attraverso il design?

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Il cibo organizza e stabilisce la sovranità territoriale e la lotta politica, nascosta dietro regimi di potere per mantenere desideri estetici che per molti versi cambiano la terra. L’aspetto degli edibili, così come il modo in cui vengono ingeriti e poi sprecati, sono intricati con protocolli politici che fabbricano e potenziano i desideri. Questi protocolli molto politici definiscono anche le modalità di riproduzione e prefigurano le modalità del discorso attraverso le quali il cibo viene immaginato, reperito e distribuito. In questa lente, utilizziamo il cibo come strumento per immaginare scenari per futuri alternativi.

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Architettura e cibo

Con le diverse entità tematiche della mostra curatoriale principale un obiettivo primario è quello di illustrare come i sistemi di ricircolo e la produzione di ‘cibo’ manifestino preoccupazioni architettoniche legate all’abitare.

In particolare, il programma Metabolic Home converte il Museo di architettura estone in una macchina vivente e invita i visitatori a partecipare a un esperimento curato. Ognuna delle sette installazioni della Metabolic Home mostra come i processi metabolici legati al cibo siano collegati agli spazi e alle attività domestiche quotidiane. La produzione alimentare è presentata in un orto verticale; lavorazione in una cucina interspecie; consumo in una sala da pranzo ribelle; la digestione in un salotto il cui involucro esterno è commestibile, l’idratazione in un gabinetto che fa circolare e filtra l’acqua all’infinito; rilascio di nutrienti in una connessione verticale per la raccolta; e upcycling in un garage fatto di voxel carbon-negativi. Ogni spazio domestico fa parte di un ecosistema domestico più ampio e interagisce con le altre installazioni (parti della casa) in una catena di feedback di scambi di risorse.

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Inoltre, il programma From Bricks to Soil presenta una raccolta di prototipi e parti di edifici commestibili, riciclati, produttivi e compostabili, amplificando l’importanza della consapevolezza dell’origine, del processo, dell’uso e della destinazione finale della nostra materia costruita.

Food and Geopolitics si occupa di fenomeni planetari e territori su larga scala tramite mappe, disegni, filmati e visualizzazioni di migrazioni di massa e approvvigionamento di cibo in condizioni ambientali difficili e zone di conflitto.

L’Archeologia dell’architettura e dei sistemi alimentari mostra un archivio di progetti radicali e speculativi che architetti e artisti hanno immaginato per tutto il ventesimo secolo.

Infine, il Future Food Deal espone linee guida, libri di cucina, oltre a disegni e manifesti visionari, su come l’architettura può rispondere al problema dell’alienazione tra le persone e le loro fonti di approvvigionamento alimentare in un momento di crescente urbanizzazione.

I progetti selezionati ritraggono una varietà di approcci che esplorano i principi di parentela, alleanze interspecie, circolarità e localizzazione. Dalle nuove pratiche di allevamento, allo spreco alimentare dell’agricoltura, alla crescita sintetica e alla decrescita, EDIBLE mira a generare nuove visioni e a sollevare domande critiche sui rituali, le pratiche e le architetture che possono emergere dalle reti di produzione, consumo, distribuzione e decadimento del cibo.

Origine: АrсhDаilу

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